Il ministero della Salute non ha accettato la richiesta avanzata da Federfarma e da Assofarm di procrastinare l’entrata in vigore, prevista per il 1 settembre 2018, della ricetta elettronica veterinaria. A renderlo noto è la stessa associazione dei titolari di farmacia che spiga come la possibilità di un rinvio rimanga tuttavia ancora in piedi, benché legata all’approvazione di una norma ad hoc da inserire nel decreto “milleproroghe”.Federfarma aveva sottolineato come «connettere al nuovo sistema le oltre 18.000 farmacie italiane e permettere loro di integrare il “Sistema Ricetta Elettronica Veterinaria – REV” con i propri gestionali, non sia un esercizio del tutto banale». Anche in ragione di un ritardo nell’integrazione tra il Sistema Informativo Nazionale della Farmacosorveglianza e il Sistema Tessera Sanitaria. Su questo punto lo stesso ministero «ha proposto – afferma l’associazione di categoria – seppur in maniera indiretta, un sistema alternativo. Ci sono state, infatti, comunicate la modalità per le farmacie di richiedere credenziali ad hoc su un sito dedicato: www.ricettaelettronicaveterinaria.it. Al contrario, attuare tempestivamente l’integrazione tra REV e TS avrebbe risolto il problema, non banale, della richiesta e conseguente acquisizione di credenziali da parte di ogni singola farmacia». In ogni caso, «su tale sito, oltre alla possibilità di richiesta di un account è stata anche inclusa una sezione di carattere informativo, sviluppata dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo, che spiega le caratteristiche, anche dal punto di vista tecnico ed informatico, della ricetta elettronica veterinaria». Una soluzione alternativa che per Federfarma, tuttavia, «non è soddisfacente» e per questo, assieme ad Assofarm, ne è stata contestata la fattibilità. «Abbiamo fatto presente, tra l’altro, come anche il Sindacato Veterinari Liberi Professionisti abbia inoltrato una nota per chiedere un rinvio. Non del tutto diversamente ha agito la Federazione Ordini Veterinari». Rimane, dunque, la possibilità di una decisione assunta dal governo all’interno del decreto “milleproroghe”. In questo senso, Federfarma ha incontrato «rappresentanti dell’esecutivo e singoli parlamentari al fine di esporre tale problematica».